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L'intreccio è presto detto. Ramunda (Penelope Cruz, assolutamente emula di Sofia Loren nei modi, nel trucco, nell'acconciatura dei capelli e in quel modo sensuale e ingenuo allo stesso tempo di mordersi le labbra) è originaria del paesino ventoso de La Mancha, ma vive nella Madrid nei bassifondi, nella periferia multietnica in cui tutti si aiutano. Ha una figlia adolescente Paula (Yohana Cobo), un marito alcolizzato e disoccupato, una sorella Sole (Lola Duenas), una zia malata che vive in paese, custodita da un'amica, Augustina (Blanca Portillo), che vive con l'ossessione della madre, hippie, scomparsa da tre anni. Ma Ramunda ha anche una vita di ricordi difficili, specie quelli che la legano ai suoi genitori, morti in un incendio.
In questa "apparente" tranquilla esistenza, come nella migliore delle tradizioni cinematografiche, un evento visibile sconvolge il cerchio delle vite di ognuno, smuovendo il destino, finora già poco parco di sventure. Il marito di Ramunda tenta di violentare Paula, che si ribella ficcandogli un coltello in grembo e lasciandolo morto, pieno di sangue, sul pavimento della cucina. Ramunda rientra a casa e saputo il gesto dai racconti della figlia non può che decidere di occultare ogni cosa, il corpo, l'evento colposo, l'esistenza stessa del marito dalla propria vita; non può che proteggere la figlia e cercare di spazzare quell'offesa subita.
Ma la morte colpisce contemporaneamente anche la zia di Ramunda e Sole. Quest'ultima, nel tornare a casa dal funerale, si ritrova nel bagagliaio della macchina il fantasma della madre Irene (Carmen Maura) che riappare nella vita delle figlie, perchè, dicono i racconti degli anziani, è tormentata da qualcosa di incompiuto nella sua vita. Ma Irene non è mai morta, sia perchè, come dicono alcuni filosofi, è sempre viva nel ricordi dei suoi cari, che la presentificano, sia perchè è materialmente viva (al suo posto nel rogo morì una sua "sostituta"). Ma la sua missione rimane, deve riconquistare quello che nella vita "precedente" ha perso, cioè il rapporto e il legame con la figlia Ramunda.
Cosa ha spezzato quel legame forte e necessario che lega una madre ad una figlia? Il padre di Ramunda non era un santo, donnaiolo ed egoista, morto nel rogo di un suo tradimento (con la madre di Augustina peraltro), ed era qualcosa di più. Difatti anche Ramunda, come la figlia, subì la vergogna e la violenza dell'abuso sessuale, fatto dal padre, che la mise incinta, di chi? Proprio di Paula. Paula è figlia e sorella, e su tutto questo Irene tacque, o non capì.
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Almodovar mette in questo film un pò tutto il suo cinema, i temi di Tutto su mia madre, un pò di Parla con lei (Augustina viene colpita da un cancro da cui non fugge ma che affronta, benchè non pensi mai alla via eutanasiaca). Anche Augustina, sul letto di morte, ha bisogno di una madre, di dare un senso all'immagine di essa. Domanda infatti a Ramunda di chiedere al fantasma di Irene dove sia la sua mamma hippie, e sarà proprio Irene, fantasma-non fantasma, ad accudirla fino alla morte, donando concretezza al ricordo di quella hippie, amante arsa nel fuoco della passione che bruciava se stessi e la vita di chi, tale passione, la subiva (Irene).
Ma è il rapporto madre-figlia che è al centro di tutto, necessario per una donna, e quindi, come dicevano alcune correnti politiche degli anni '70, assolutamente da riconquistare. Sono le generazioni di "donne" che hanno il sopravvento, in quanto le uniche capaci di ricostruire le dinamiche delle loro esistenze e del mondo che le circonda. Almodovar ha detto: "In un intreccio sociale tre generazioni di donne sopravvivono al vento, al fuoco e persino alla morte, a forza di bontà, audacia e una vitalità illimitata", ed è proprio questa vitalità a spingere le protagoniste oltre le loro capacità, oltre i loro limiti, con l'anelito di riscoprirsi e reinventarsi per una vita nuova, che si spera "migliore".
Una nota di merito finale va alla splendida interpretazione di Penelope Cruz e di Carmen Maura, dopo 19 anni ancora in film di Almodovar dai tempi di Donne sull'orlo di una crisi di nervi.
3 comments:
Beh vedo che il buon fichtiano non ha perso il suo lustro. Ma di Volver che ne pensi, seriamente?
Beh vedo che il buon fichtiano non ha perso il suo lustro. Ma di Volver che ne pensi, seriamente?
You are plain stupid. Thanks.
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