Il film di Cronenberg di qualche mese fa ha suscitato l'attenzione di un mio caro amico, che a distanza di mesi ha scritto un piccolo saggio intitolato Mystic Violence. Rivedendo "A History of Violence" di David Cronenberg . Sono quasi totalmente d'accordo con le sue impressioni. Il film lascia il bicchiere mezzo vuoto e mezzo vuoto, anche per chi ama il cinema di Cronenberg. Sicuramente note a sfavore sono la sceneggiatura un pò povera e la pessima colonna sonora, ma su alcuni punti vorrei inserire alcune considerazioni importanti sul tema trattato nel film. Non credo che la metafora della bella società americana, rappresentata della famiglia perfetta, distrutta dalla "rammemorazione" della violenza sia banale. C'è da dire che Mystic River aveva sicuramente colto più nel segno nel rappresentare come la violenza, a fondamento della società, sia continuamente mascherata e nascosta, sebbene ogni volta mostri il suo lato più oscuro in eventi ineludibilmente dirompenti. Più che parlare di banalità, la mia reazione alla visione del film è stata più che altro "ma questo lo sapevo, che mi dici in più.....?"
Ed allora il nesso violenza-ordine-sesso rappresentato nel quasi-strupro di Viggo Mortensen diviene scontato, decisamente più evocativa è la scena di Mystic River dove Lady Macbeth (al secolo moglie di Sean Penn) giustifica la violenza del marito, che restituisce l'ordine sociale e familiare, oltre che a donarsi sessualmente al Re assassino, ma difensore della famiglia e dei valori della vendetta biblica (occhio per occhio, dente per dente).
L'unico elemento che sicuramente è ben costruito nel film di Cronenberg è la trasformazione fisica, caratteriale e morale di Viggo Mortensen, cioè l'opposizione interna al suo io tra assassino-delinquente e padre di famiglia-buon cittadino. Devo dire che visivamente e filmicamente, anche grazie all'interpretazione dell'attore, i vari lati della personalità del personaggio nel loro succedersi repentinamente colpiscono lo spettatore in modo netto.